Risonanza magnetica per immagini a contrasto più sensibile rispetto alla mammografia nel rilevare il tumore alla mammella nelle donne ad alto rischio


Le donne geneticamente predisposte al carcinoma mammario spesso sviluppano la malattia in giovane età quanto il tessuto mammario denso riduce la sensibilità della mammografia a raggi X.

Ricercatori inglesi dell’Institute of Cancer Research and Royal Marsden NHS Foundation Trust di Sutton hanno posto a confronto la risonanza magnetica per immagini a contrasto ( CE MRI ) con la mammografia per lo screening.

E’ stato condotto uno studio prospettico multicentrico di coorte su 649 donne di età compresa tra i 35 ed i 49 anni con una storia familiare di carcinoma mammario o ad alta probabilità di mutazioni BRCA1, BRCA2 o TP53.

Le donne sono state arruolate presso 22 Centri in Gran Bretagna e sono state sottoposte a screening annuale con risonanza magnetica per immagini a contrasto e con mammografia per 2-7 anni.

Tra le 649 donne sottoposte a screening, sono stati identificati 35 casi di carcinoma ( 19 con sola risonanza magnetica per immagini a contrasto, 6 mediante la sola mammografia ed 8 con entrambe, e 2 casi di intervallo ).

La sensibilità è risultata significativamente maggiore per la risonanza magnetica per immagini a contrasto ( 77% ) che non per la mammografia ( 40% ) ed è stata del 94% quando sono stati impiegati entrambi i metodi.

La specificità è stata del 93% per la mammografia, dell’81% per la risonanza magnetica per immagini a contrasto ( p < 0.0001 ) e del 77% con entrambi i metodi.

La differenza di sensibilità tra le due modalità di screening è risultata particolarmente pronunciata nelle donne portatrici della mutazione BCRA1 ( 13 carcinomi; 92% versus 23%; p = 0.004 ).

Quanto emerso indica che la risonanza magnetica per immagini a contrasto è più sensibile della mammografia per rilevare la presenza di carcinomi.

La specificità per entrambe le procedure di screening è risultata accettabile.
Nonostante un’elevata percentuale di carcinomi di grado 3, le neoplasie sono risultate di piccole dimensioni e poche donne avevano noduli positivi.

Uno screening annuale, combinando risonanza magnetica per immagini a contrasto e mammografia, potrebbe rilevare la maggior parte dei carcinomi in questo gruppo a rischio.( Xagena2005 )

Leach MO et al, The Lancet 2005; 365: 1769-1778

Onco2005 Gyne2005


Indietro

Altri articoli

Il neuroprotettore Nerinetide si è dimostrato promettente nel ridurre i volumi dell'infarto nei modelli di riperfusione ischemica dei primati. Si...


L'imaging a risonanza magnetica ( MRI ) offre molteplici vantaggi teorici nel contesto della radioterapia corporea stereotassica ( SBRT )...


Dati prospettici hanno suggerito una superiorità della risonanza magnetica intraoperatoria ( iMRI ) rispetto all'Acido 5-aminolevulinico ( 5-ALA; Gliolan )...


Gli eventi avversi immuno-correlati ( irAE ) derivanti dalla terapia antitumorale con inibitore del checkpoint immunitario ( ICI ) possono...


È stata valutata la prevalenza di lesioni cerebrali ischemiche rilevate mediante risonanza magnetica e la loro associazione con la funzione...


Lo screening per il cancro alla prostata è gravato da un alto tasso di sovradiagnosi. L'algoritmo più appropriato per lo...


La malattia renale cronica ( CKD ) è un fattore di rischio per il declino cognitivo, ma l'evidenza è limitata...


Gli uomini con tumore alla prostata di grado 2 o 3 sono spesso considerati non-idonei per la sorveglianza attiva; alcuni...



L'ablazione della fibrillazione atriale persistente rimane una sfida. La fibrosi atriale sinistra svolge un ruolo importante nella fisiopatologia della fibrillazione...